E se i piccoli Musei fossero la chiave per una rinascita sociale culturale delle piccole comunità del Sud Italia? Possono le tecnologie aiutarci a studiare, manutenere e valorizzare i musei civici, i castelli, i parchi archeologici e altri tesori dei nostri territori anche in termini di partecipazione civica ai progetti di sviluppo territoriale? L’impegno del Polo dell’innovazione digitale Heritage Smart Lab per innovare l’offerta culturale dei musei.

Cercando di rispondere a questi ambiziosi interrogativi, ripercorriamo i contributi degli ospiti al primo evento formativo rivolto alle pubbliche amministrazioni, “Una Notte al Museo”, organizzato a Marzo in collaborazione col Comune di Miglionico al Castello del Malconsiglio. Insieme al cluster Basilicata Creativa, nell’ambito del Polo dell’innovazione digitale finanziato dalla Commissione Europea e dal MIMIT Heritage Smart Lab – European Digital Innovation Hub, un incontro per riflettere sulle sfide e le opportunità che riguardano i musei del futuro, per disegnare possibili scenari sulle prospettive di rinascita culturale e sociale di un territorio, raccontando progetti di innovazione applicati alla fruizione e alla conservazione dei piccoli musei grazie all’uso consapevole della tecnologia.

All’evento sono intervenute numerose realtà che operano in Basilicata e nel Sud Italia, che stanno sperimentando nuovi modelli e nuove tecnologie a supporto del patrimonio Culturale materiale e immateriale.

 

 

Rendere interattiva l’esperienza museale usando la transmedialità e l’arte: il contributo di Silvio Giordano per innovare l’offerta culturale dei musei 

SILVIO GIORDANO, artista figurativo che spazia tra analogico e digitale producendo illustrazioni, fotografia, cinema e performance ha spiegato alla platea come la transmedialità ha implicazioni dirette anche sulla fruizione museale. Intendendo per transmedialità l’uso contemporaneo di diversi tipi di media, dal fumetto ai video documentari piuttosto che le animazioni digitali utilizzati per perfezionare ed integrare l’esperienza dell’utente. Come spiega Giordano: “La transmedialità serve a trasferire su più livelli e più media il racconto offerto dal museo. Alla semplice esposizione si aggiungono video, libri, fumetti o fotografie che mettono in luce differenti storie e persone parallele che ruotano attorno alla narrazione. Queste aggiunte transmediali propongono nuove informazioni che arricchiscono i visitatori fornendo loro percorsi alternativi e personalizzabili del museo oltre ad approfondimenti sugli artisti, le loro opere e il loro contesto storico e sociale. Un esempio concreto è quello che è stato fatto al Museo Ridola di Matera per la balena Giuliana che allo stesso tempo è stata transmedializzata attraverso un video digitale immersivo e un videogame”.

 

La gamification per coinvolgere i giovani e non solo: il contributo di Michele Scioscia e Effenove srls

Proprio sul valore della gamification nei musei si è concentrato l’intervento dell’ingegnere MICHELE SCIOSCIA della Effenove srl, responsabile del settore Computer Graphics e coordinatore della progettazione nell’ambito della valorizzazione del patrimonio culturale

“La nostra azienda – spiega Scioscia – è una realtà lucana ma non si limita al nostro territorio, opera da qualche anno in vari musei d’Italia. Di base siamo nati come un’impresa di produzione e postproduzione cinematografica specializzandoci poi nell’uso della computer grafica 3D che cerca di applicare la tecnologia multimediale. In particolare, nel caso dei musei, gaming, videomapping, Realtà Aumentata, Realtà Virtuale e Realtà Mista (A.R, V.R, X.R). La tecnologia, però, rimane per noi solo lo strumento che ci permette di raggiungere il fine che è nel caso specifico una diversa fruizione del museo. Affiancando i videogiochi alla visita museale – continua Scioscia – si ottengono vari effetti positivi. Prima di tutto si avvicina il museo ad un pubblico più giovane riuscendo anche a diffondere interesse verso il patrimonio culturale. Oltre a questo, il videogame, attraverso ad esempio delle app dedicate al gioco, aumenta l’interazione con le opere esposte nei musei e fornisce spunti per approfondire opere e autori anche al di fuori del tempo impiegato durante la visita. Altro importante vantaggio della gamification è quello di allargare l’accessibilità al museo a persone con disabilità, cognitive o fisiche, così come avviene nell’utilizzo di A.R., V.R., X.R.”

 

Esperimenti con il metaverso: il contributo di Giuseppe De Prezzo del CTMA DISHME

L’architetto GIUSEPPE DE PREZZO del DISHME di Brindisi, l’European Digital Innovation Hub promosso da CETMA per diffondere le tecnologie avanzate di digitalizzazione, ha aggiunto alla testimonianza di Scioscia le esperienze maturate dal DISHME nel campo delle realtà aumentate o modificate e dell’utilizzo dei metaversi anche nei musei. “Anche i musei possono offrire nuove maniere per essere apprezzati partendo dalla interdisciplinarità. Ad esempio, attraverso l’uso di sistemi visuali avanzati si può fruire dello spazio del museo nei tre livelli di realtà modificata per la fruizione nel tempo e nello spazio. Il visitatore può continuare a vivere l’esperienza offerta dal museo attraverso metaversi in cui interagire virtualmente, per documentarsi meglio ma anche acquistare on-line materiali inerenti alle mostre o agli artisti esposti”. Sull’onda della interdisciplinarità e del reciproco vantaggio offerto da percorsi comuni il DISHME del CETMA ha inoltre ribadito la volontà di voler continuare la virtuosa collaborazione con Heritage Smart Lab e il Cluster Basilicata Creativa unendo gli sforzi in Puglia e Basilicata per un rinnovamento delle due Regioni che sappia unire, tradizione, innovazione e creatività. 

 

L’importanza della luce non solo per illuminare le opere: il contributo di Antonio Biscaglia e di Opera Luce

Analizzando poi un altro versante dell’innovazione in campo museale, ANTONIO BISCAGLIA di Opera Luce ha condiviso con la numerosa platea quanto sia importante il lighting ossia l’uso della luce nell’esposizione delle opere d’arte e non solo: “La luce, specie in un museo, non dovrebbe imporsi con invadenza, ma apparire connaturata allo spazio. È un principio, questo, che può essere nobilitato dall’impiego delle nuove tecnologie e dalla domotica. L’impianto illuminotecnico, in questi casi, è governato da un sistema di controllo digitale che consente di avere una autonomia decisionale sulle accensioni, sull’intensità della luce emessa e, nei casi più virtuosi, anche sul setting della temperatura colore. Con queste tecnologie chi progetta la mostra ha una flessibilità e un’autonomia scenografica amplificata ma non è da sottovalutare anche il fatto che queste tecniche permettono una gestione intelligente e consapevole dell’uso dell’energia e un contenimento dei costi collegati alla mostra. Uno degli esempi più affascinanti dei progetti che impiegano l’uso delle nuove tecnologie nell’illuminazione è la Basilica di San Miniato al Monte a Firenze; scenari luminosi differenziati ritmano l’intensa vita quotidiana della Basilica: accompagnano i frati nel loro raccoglimento, orientano turisti e visitatori, accolgono i fedeli e li seguono nelle funzioni, esaltano il tripudio nei momenti di festa”.

 

Tecniche e tecnologie per analizzare i patrimoni culturali: il contributo di Nicola Masini e dei ricercatori del CNR

A “Una Notte al Museo” sono state anche presentate dal team del CNR tre applicazioni incentrate sull’analisi del patrimonio architettonico strutturale. Oggetto dell’analisi è stato il Castello di Miglionico: “Abbiamo usato  la tecnologia Lidar (Light Detection And Ranging)  che  misura la distanza da un oggetto illuminandolo con una luce laser e che al contempo è in grado di restituire informazioni tridimensionali ad alta risoluzione sull’ambiente circostante.  A questo esame abbiamo poi aggiunto analisi fatte con il Georad ad alta frequenza, le tomografie soniche e una ricognizione fatta con i droni creando una mappa tridimensionale del castello con l’obiettivo di analizzare lo stato e le caratteristiche architettoniche dell’edificio e i possibili problemi strutturali. Sul versante più inerente all’analisi scientifica applicata all’arte, abbiamo anche eseguito delle spettrografie su alcuni dipinti presenti nella cattedrale di Miglionico, esami che aiutano in caso di ispezioni accurate di fibre, pigmenti del quadro e a decidere in merito a interventi di restauro o conservazione dell’opera ma anche a mettere in luce il processo creativo dell’artista”.

 

Echo e La festa: le performance artistiche chiudono il programma

COSIMO FRASELLA di Opera Luce ha riassunto così il concept e il messaggio di  ECHō: “La nostra performance è un’opera che parla di mitologia attraverso la tecnologia. Un esperimento che prova a dimostrare che è l’uso che se ne fa della tecnologia ad influenzare le nostre azioni. ECHō è una fanciulla ma allo stesso tempo la voce di Alexa. Proprio come il mito questo essere etereo si racconta ma è priva di un corpo, di lei possiamo percepire soltanto la sua voce. Il lavoro è stato dunque provare a darle corpo, un corpo rappresentativo di tutte quelle persone e in particolare donne che oggi non sono più con noi, ma le loro storie ancora ci raccontano di quanto poco amore proviamo. Come dice la stessa ECHō – Non posso dare voce a queste creature, posso fare qualcosa di più, posso dare loro la luce”. In un’altra sala del Castello del Malconsiglio, Il TAM, Tower Art Museum di Matera ha allestito la sua installazione intitolata “La Festa” grazie alla collaborazione con Luca Acito & Studio Antani, Tommaso Rosati, Argenzia Cristina Gallotta e Luigi de Pace. Come spiega MAURO ACITO del TAM “La nostra Festa unisce la tradizione popolare con la tecnologia digitale. Di base la festa è aperta a tutti quindi chiunque visiti l’installazione può interagire con una drum machine e i suoi campioni sonori per produrre un proprio brano musicale che a sua volta aziona le luci di tre strutture in legno, le tradizionali luminarie delle feste di paese, che si illuminano a tempo con la musica. Di base quindi vogliamo far passare l’idea che tradizione e contemporaneità debbano dialogare fra loro e che la vera festa nasce dalla partecipazione e dalla creazione. La speranza è che sia solo uno spunto per costruire il futuro di una nuova Basilicata fatto di cultura e creatività.”

Per partecipare a “UNA NOTTE IN BIBLIOTECA”, il prossimo evento di formazione dedicato alle pubbliche amministrazioni il 7 Maggio, leggi il programma e iscriviti: https://www.heritagesmartlab.it/2024/04/28/unanotteinbiblioteca/