L’intelligenza artificiale e le tecnologie satellitari diventano strumenti centrali per la gestione e la valorizzazione delle aree protette. È quanto emerso nel seminario promosso dal Polo europeo dell’Innovazione digitale, in collaborazione con CNR-ISPC e Sintesi srl che si è tenuto il 5 e 6 giugno presso la Casa delle Tecnologie Emergenti di Matera. L’iniziativa, dal titolo “Intelligenza Artificiale e Osservazione satellitare per la gestione del verde nei Parchi”, rientra nel progetto EDIH Heritage SmartLab.
Il training specialistico alla sua prima edizione, ha offerto ad amministratori, tecnici e professionisti una formazione avanzata sull’uso di dati satellitari e Intelligenza Artificiale, con algoritmi di machine learning e strumenti metodologici per analizzare in modo accurato lo stato di salute degli alberi e del patrimonio verde.
Al centro del confronto l’integrazione tra le tecnologie di Osservazione della Terra (EO) e l’Intelligenza Artificiale. Attraverso interventi teorici e sessioni pratiche, i relatori hanno mostrato come immagini satellitari, radar SAR, dati multitemporali e algoritmi di apprendimento automatico permettano oggi di individuare stress, anomalie e cambiamenti della vegetazione su scala vasta e fino al singolo albero. Una rivoluzione che, secondo gli esperti, consente alle amministrazioni locali di intervenire in modo più tempestivo ed efficace nella prevenzione del rischio e nella gestione di eventi di rilevante impatto ambientale come il post fire recovery.
Nicola Masini (CNR ISPC) ha illustrato le potenzialità dell’utilizzo dei dati Copernicus con particolare riferimento a progettualità già in essere tra le quali Coelum, mentre Rosa Lasaponara (CNR IMAA) ha relazionato su “Space to Tree”, una ricerca che connette l’osservazione dallo spazio con l’analisi puntuale degli alberi. Ampio spazio è stato dedicato anche al tema degli incendi: Nicodemo Abate e Maria Danese hanno spiegato come i satelliti consentano di perimetrare rapidamente le aree bruciate e valutarne l’impatto sugli ecosistemi.
La due giorni ha previsto, oltre alle sezioni seminariali, anche un’importante parte applicativa. In particolare la sessione dedicata al tool Engine di Google Earth ha permesso ai partecipanti di sperimentare direttamente l’analisi delle serie temporali di vegetazione. Un approfondimento specifico sulle tecnologie di prossimità è stato realizzato dall’ingegner Angelo Donvito (Digimat S.p.A.) il quale ha illustrato l’uso del Digital Twin per la gestione dei beni culturali e ambientali, mostrando come l’integrazione di dati da fonti diverse – satelliti, lidar, droni, sensori termici e rilievi georadar – consenta di costruire veri e propri gemelli digitali di parchi, città e aree naturali, aprendo la strada a una pianificazione più accurata e sostenibile.
Particolarmente significativa la demo sul campo guidata dagli esperti dall’Istituto di Metodologie per l’analisi ambientale del Cnr, ha consentito di mostrare l’utilizzo pratico e dimostrativo di alcune tecnologie come close range, scansioni 3D o georadar possano rivelare criticità invisibili a occhio nudo.
Alla sessione ha preso parte anche una delegazione dell’Ente Parco Murgia Materana, scelto come sito pilota, che ha accolto con grande interesse l’impiego delle nuove tecnologie per il monitoraggio del verde e la tutela di un territorio di pregio ambientale e storico.
